martedì 28 luglio 2009

Apple: cosa ci stanno preparando?

A Cupertino si alza la temperatura delle speculazioni: c'è chi prevede nuovi servizi di streaming e chi parla di patti segreti con le major per sospingere le vendite anemiche degli album musicali completi

Roma - La calda estate della Mela potrebbe preannunciare un autunno e un inverno altrettanto bollenti se le speculazioni sul fronte della distribuzione digitale connessa a fantomatiche quanto gettonatissime nuove piattaforme hardware si rivelassero fondate. Apple sta lavorando al suo tanto atteso tablet, dicono le suddette speculazioni, a stretto contatto con le major discografiche desiderose di abbandonare il modello a singola traccia (musicale) di iTunes per intraprendere la strada degli album digitali completi.

Secondo quanto sostengono le solite fonti bene informate, il rinnovato accordo tra Apple e l'industria della musica - spesso in disaccordo per le modalità di distribuzione dei contenuti su iTunes e sulle spartizioni - si chiama "Cocktail" e dovrebbe concretizzarsi entro le prossime vacanze natalizie con il summenzionato tablet, assieme a tipologie di accesso agli album musicali tali da marcare una vera e propria rivoluzione rispetto al mercato attuale.

In realtà non è ben chiaro se Cocktail sia un progetto separato rispetto al tablet - e si indirizzi quindi anche agli altri dispositivi multimediali di Cupertino, iPod, iPhone e quant'altro - oppure rappresenti il suo complemento ideale. A risultare invece evidente è la volontà dell'industria di cambiare gioco, dopo svariati anni di protezionismo non sempre efficace e qualche miliardo di tracce singole vendute su iTunes, provando a trasferire in digitale quello che è sempre stato il business più proficuo per le etichette, vale a dire gli album musicali completi.

Oltre alla musica, sostengono le fonti, il tablet di Apple potrebbe rappresentare uno strumento di fruizione ideale anche per i film e i libri. Entro la fine dell'anno Cupertino potrebbe insomma rivoluzionare la distribuzione digitale di prodotti multimediali ed editoriali, mettendosi in quest'ultimo caso di traverso rispetto ai lettori di ebook e alla crescita del fenomeno (distopico) del Kindle di Amazon.

Non bastassero le speculazioni sul fronte tablet ad animare la discussione sul futuro dell'entertainment che passa per Apple nella sua funzione di gatekeeper della distribuzione digitale, l'annuncio della realizzazione di un'applicazione specifica per iPhone da parte di Spotify riscalda l'atmosfera anche sul fronte dello streaming musicale.

Spotify è stato definito un "iTunes killer" per via dell'estensione della sua libreria di contenuti, la facilità d'uso e la disponibilità di piani di accesso gratuiti (con advertising) o "premium" a pagamento (9,99 euro al mese). Fanno fede al potenziale successo dell'iniziativa i sei milioni di utenti già rastrellati in giro per l'Europa, e il fatto che l'applicazione per iPhone dovrebbe permettere agli utenti di conservare una copia temporanea delle playlist in mancanza di una connessione alla rete.

Tutto starà ora a come si comporterà Apple nel concedere (o rifiutare) l'autorizzazione a distribuire il tool sull'App Store, e qui la situazione si complicherebbe non poco: formalmente Cupertino sarebbe un competitor di Spotify con il suo store musicale, ma in pratica iTunes si fonda su un modello di business diverso. La risposta della Mela Morsicata non è dunque scontata, e c'è chi addirittura ipotizza che potrebbe concretizzarsi nella forma di un servizio di streaming proprietario. (A.M.)

Facebook, un affare da 6,5 miliardi

Digital Sky Technologies annuncia un investimento di 100 milioni di dollari. La percentuale del gruppo russo sale al 3,5 per cento

Roma - La holding russa Digital Sky Technologies ha annunciato un nuovo passo nel mondo dei social network. Dopo aver investito 200 milioni di dollari in Facebook un paio di mesi fa, il gruppo russo ha firmato un secondo accordo per quote per un valore di 100 milioni di dollari.

Secondo il New York Times, DST comprerà azioni dai dipendenti della compagnia statunitense a circa 10 euro l'una (14,77 dollari). Adesso la parola passa ai dipendenti che avranno venti giorni di tempo per decidere se accettare l'offerta o rifiutarla. Il valore del social network sarebbe ora stimato in 6,5 miliardi di dollari.

Dopo aver comprato a maggio l'1,96 per cento delle quote, a questo punto la percentuale dei russi in Facebook sarebbe del 3,5 per cento.

L'accordo è stato confermato da Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, il quale ha dichiarato che l'importanza della cifra offerta sarebbe un chiaro segnale della crescita del sito. (F.R.)